appunti sparsi: La misura di un uomo

appunti sparsi

sabato, aprile 07, 2007

La misura di un uomo

ATTENZIONE: Domanda ad alto tasso di speculazione filosofica, adatta ad un pubblico maturo oppure sufficientemente ubriaco!!


Che cosa fa di un "uomo" un uomo? Di certo non è una questione di attributi fisici. La questione è morale, etica, oppure cosa? E' chiaro che ogni cultura e ogni sub-cultura si costruisce i propri modelli di riferimento. Cosa rende un maschio adulto un uomo non è presumibilmente uguale ovunque.

In Italia spesso si diventava "uomini" dopo il passaggio dalle "signorine allegre", almeno fino alla legge Merlin, oppure dopo il servizio militare (evento di massa), ma con la fine della coscrizione obbligatoria anche questo "rito di passaggio" è venuto meno. Ma oggi? Cosa ti fa dire quello è un uomo e quello è un ragazzino, quando magari hanno la stessa età? Il matrimonio? Anche, la capacità di prendersi una responsabilità di certo è un indicatore, ma conosco tante persone che non sono considerabili grandi esempi di maturità pur essendo sposati.
La domanda resta quindi. Chi è "uomo" e chi no? E le donne cercano "uomini" o "pupi"? E, a livello individuale, quando si può essere "soddisfatti di se"? Forse è come per la fede, quando non sei in costante ricerca allora sei ad un punto morto, forse essere "vir" vuol dire cercare una via di perfezionamento personale costante. Ma su che basi? Può essere questa una traccia: onore (inteso come capacità di rispettare la propria parola e di comportarsi in modo coerente con tutti), amore (prendersi cura di amici e parenti e saperli perdonare) e serietà(capacità di prendersi un impegno e portarlo avanti). Eppure (sebbene già trovare un amico così sarebbe fantastico) manca qualcosa non trovate?

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

non è che sposarsi sia di per sé sintomo di capacità di prendersi delle responsabilità... è il modo in cui si prendono certe scelte a fare di una persona un uomo, non le scelte di per sé. potrei approfondire, ma preferisco evitare :-) è un tema su cui potrei scrivere un romanzo, a ben pensarci, ma perché scriverlo?! ;-)

ciaooooo!!!!!!!!

19:33  
Anonymous Anonimo said...

Domanda interessante, ci stavo pensando anche io. Di certo il fatto che siamo rimasti senza riti di passaggio rende tutto più difficlie: almeno il rito chiariva quale fosse il valore che distingueva l'adulto dal bambino. Ho sentito spesso dire, in una ristretta cerchia, che sei un vero uomo quando riesci a passare l'esame di anatomia patologica... in effetti non è stato male, ma non so.
Ci penso ancora un pò, magari mi viene in mente una caratteristica chiave invece del lungo elenco che avrei in mente. Cosa vi affascina di Sean Connery? Forse è questa la domanda chiave

22:08  
Anonymous Anonimo said...

Non credo di aver capito bene la domanda!
Se mi chiedo cosa fa di un uomo un buon essere umano, darei la stessa risposta se mi chiedessero cosa fa di una donna un buon essere umano.
Ma penso che il quesito riguardi le "qualità maschili". in questo caso, la risposta è difficile perché, come donna, guardo agli uomini in diversi modi a seconda del rapporto che ho con loro...
Se la domanda è quale sia la caratteristica principale degli uomini, direi la capacità di farsi scivolare addosso più facilmente tanti piccoli dubbi e delusioni e sfumature di significato sulle quali invece le donne riflettono molto e a cui danno grande importanza.
Insomma, alla fine è la scoperta dell'acqua calda ma gli uomini semplificano e la cosa, quando non mi irrita, me li fa amare!

13:20  
Blogger Ily said...

Bene bene,leggo solo ora questo post…il quale mi stuzzica non poco…vediamo di rispondere secondo quelle che sono le mie convinzioni.
Allora…
Per me non c’è un atto tangibile, vero e proprio che possa determinare il passaggio di un essere umano di sesso maschile dall’età infantile/ adolescenziale a quella di essere umano di sesso maschile adulto.
Mi riserbo di fare un piccolo commento su quanto da te scritto: “In Italia spesso si diventava "uomini" dopo il passaggio dalle "signorine allegre", almeno fino alla legge Merlin, oppure dopo il servizio militare (evento di massa)”
Ora…il servizio militare sì,può contribuire a farti le ossa, ma se una persona è immatura a livello mentale, il puro e semplice servizio di leva di un paio d’anni con può fare più di tanto.
Poi… “spesso si diventava "uomini" dopo il passaggio dalle "signorine allegre"” …
Ecco….ora non parlo solo da donna ma anche da essere umano dotato di raziocinio.
Si presentano due casi:
1)se un uomo va con una conta che fa questo “lavoro” per volontà perché si sente “signorina allegra” dentro,ok:affari suoi. Però, tale atto, porta ad individuare in questo essere maschile, una propensione per le cose a portata di mano: usa la donna, ci fa ciò che vuole, e poi se ne va. Nessun coinvolgimento emotivo, relazionale e quant’altro. Questo è segno di maturità e impegno?
2) se un uomo va con una donna, o peggio ancora, una ragazzina, sfruttata, costretta a prostituirsi,riempita di botte e di minacce…Bhe,..io non credo che in questo caso si possa parlare di un Uomo,… ma di un essere vivente animato da istinti animali provenienti dal gingillo che si trova tra le gambe e dovuti alla mancanza di rispetto per l’altro. Io credo che tale persona non sia considerabile Uomo con la “U” maiuscola.

Poi…
“E le donne cercano "uomini" o "pupi"?”
Eheh…
Posso tranquillamente parlare per esperienza personale indiretta.
La donna matura, almeno dal punto di vista fisico (per quanto riguarda la maturità celebrale ed affettiva è tutto da vedere) , dai 30/35 anni in poi, che si ritrova ancora single oppure che è uscita da una relazione seria durata diverso tempo, a volte tende a cercare il “pupo” inesperto, che la faccia sentire forte, superiore, esperta. Inoltre, solitamente, il “pupo” solitamente si sottomette volentieri…
Ma poi, nel momento in cui la donna desidera farsi una famiglia, il “pupo” viene preso a calci nel sedere e rimpiazzato da un “uomo”. Credo sia raro trovare una donna che voglia fare da balia sia al compagno con le labbra ancora sporche di latte e nel contempo crescere una famiglia.

“Onore” , “Amore”, “Serietà”…
Aggiungerei “Rispetto”, “consapevolezza di se e dell’altro” , “spirito di sacrificio”, “Giudizio”, “Responsabilità”...

Una persona può essere “UOMO” anche a 20 anni, se sa essere coscienzioso, responsabile, sincero, rispettoso.
Se è uomo nel cervello e nel cuore, non certo per gli atti che si compiono per farsi belli e fighi davanti agli amici.

Detto ciò, vorrei sottolineare che tale discorso vale non solo per i maschietti, ma anche per le femminucce!
Conosco certe trentenni/quarantenni che sono più immature dei figli…
Basti vedere la non accettazione di se e dell’avanzamento dell’età: 40enni in giro con jeans attillati, trucco vistoso, ombellico di fuori,…
Mah!
Non mi dilungo oltre o non finirò più! =)
Ma se vuoi parlarne,sai dove trovarmi.

ciao

15:58  

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