appunti sparsi: Gabbiani

appunti sparsi

martedì, agosto 28, 2007

Gabbiani




Stasera ero a Trastevere e sono passato per la storica - e bellissima - piazza Trilussa ormai noto punto di ritrovo di fattoni e di parte della Roma radical-chic. Che amarezza. Tuttavia stasera ho avuto una chiara visione della situazione o meglio degli occupanti, una immagine, bella per certi versi, per altri proprio no: uno stormo di gabbiani, ma non uno qualsiasi, lo stormo di gabbiani così come viene evocato e raccontato nel bel libro di Bach "il gabbiano Jonathan Livingston". Vocianti, ammassati e stupidi. Uno brusio fortissimo, uno sbatter d'ali alla ricerca dell'avanzo del pesce da rubarsi l'un l'altro, senza altra preoccupazione o scopo nella vita che fare rumore e baccano e brusio. Guardando attentamente quei ragazzi e ragazze, stasera davvero tanti, tutti seduti, uno accanto all'altro in gruppetti di due, di tre, di cinque a berciare, chi con la birra, chi con una canna, tutti uguali, tutti altrettanto ignari ed inconsapevoli. Sinceramente non sono riuscito a non pensare al mio ultimo post, quello sull'appiattimento e l'omologazione, e di certo questo fa il paio con quello. La dittatura light ha necessariamente le sue avanguardie: i "fricchettoni", ovvero coloro che scelgono il silenzio dell'anima, e lo stordimento chimico come forma di libertà. Libertà di pensiero. Libertà DAL pensiero. Ahi ahi...

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

solo un commento: ricordiamoci, ogni volta che analizziamo dall'esterno, con gli occhialetti fini, quello che succede intorno a noi, che in un modo o nell'altro spesso la nostra capacità di analisi dipende semplicemente dal fatto che noi abbiamo avuto la fortuna e la possibilità di non ritrovarci in queste dinamiche...ma non dipende solo da noi, dipende da dove, come, con chi sei nato e cresciuto. Ricordarlo ogni tanto potrebbe fare bene a tutti coloro i quali -me compresa- possono permettersi di guardare dal di fuori e talvolta con sufficienza, modalità sociali rispetto alle quali siamo e ci sentiamo estranei.

Senza pensare a chi magari osserva noi, facendoci rientrare in un'ulteriore omologazione di cui non siamo forse consapevoli...argomentandone magari su un blog mille miglia virtuali lontano da qui...

15:19  
Blogger Jarluc said...

verissimo...accetto la critica e tento di rimanere sveglio! :-)

16:50  

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